06.07.25.
All'alba il temporale mi ha liberato da un lungo e penoso dormiveglia. Tuoni secchi proprio sopra la casa inducevano una sensazione quasi piacevole, peccato per la pioggia ancora stenta.
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Sono nato con la luna nuova, il mio cielo era nero, per buon peso era pure martedì.
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05.07.25.
L'importante è avere coscienza che sono le undici del solito sabato sera trascorso da solo a casa e tra poco andrai a dormire da solo.
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Farneticazioni del sabato sera e senza nemmeno la febbre.
C'è davvero così tanta differenza tra Charles Bukowski e Mickey Spillane?
Io li odio entrambi, ma è inutile ribadirlo, si capisce.
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Tra le tante stupidate attribuite a Charles Bukowski, oltre a quella poesiola mielosissima - "Non ho smesso di pensarti, ti penso ma non ti cerco, ricordati che pensare e cercare sono due cose diverse" e avanti con palate di melassa adolescenziale -, c'è anche una frase che recita, più o meno così "una donna non ti sfiora mai per sbaglio" (ricordiamolo sempre e bene, Bukowski era un maschilista al limite della misoginia). Va bene, la sto facendo troppo lunga.
Stamani incontro un'amica russa, era la prima volta dopo il taglio della barba.
‹‹La barba che fine ha fatto? ma come stai bene››.
‹‹L'ho tagliata, arrivano le turiste e volevo essere più attrattivo, ma non è servito, non piaccio lo stesso a nessuna››.
‹‹No, non è vero, piaci a tutte...›› e mi appoggia la mano al bicipite, poi stringe.
Subito mi è apparso il faccione rincagnato del vecchio zio Charles, a suo dire sciupafemmine di prima categoria, "Belin, allora il vecchio porco aveva ragione, questa ci prova!!!".
Tutto bello, tutto pieno di prospettive e possibilità, "dai che che ho svoltato".
Solo mi sono autoaffondato e, per buon peso, anche pisciato sui piedi. Perché le ho raccontato la mia "triste" (non) storia dei mesi scorsi? Perché? Sono abelinato o cosa?
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Shampoo e barba quotidiana (non la taglio, la marco soltanto).
Mentre mi asciugo e pettino i capelli vedo il mio viso nello specchio e mi rendo conto di essere veramente brutto e vecchio, questo spiega perché le quarantenni che guardo - timido e impacciato come un adolescente - fuggono inorridite appena si accorgono di piacermi.
"Buonasera - quel rospo là, son io", Tristan Corbière. Citazione coltissima, si capisce che ho fatto le scuole alte?
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04.07.25.
REALTÀ ROMANZESCA.
Vi ricordate quel vecchio film di Fantozzi in cui il ragionier Ugo va dallo psicologo della mutua? Alla fine della seduta lo psicologo dà la sua opinione sentenza: ‹‹Fantozzi, lei non ha il complesso d'inferiorità, lei è inferiore››.
Ieri ho chiesto a un'amica psicologa di indicarmi un terapeuta per affrontare i miei problemi e lei mi ha risposto ‹‹Perché? Tu sei così, sei sempre stato così››, sottintendendo ‹‹a cosa ti serve andare in terapia, sei irrecuperabile››.
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RICORDI LONTANI.
Era una donna libera e, lo ammetteva lei stessa, molto promiscua, si vantava con orgoglio di aver avuto più uomini che collant, ma mi temeva perché la leggevo dentro e le avevo fatto scoprire e ammettere un paio di sue perversioni molto turpi e mai confessate.
Per raggiungermi al nostro primo incontro, in campo neutro, sempre per timore suo, si presentò con venticinque gocce di ansiolitico in corpo.
Fu una storia breve, torrida, molto liberatoria e dionisiaca, poi lei si spaventò definitivamente, aveva capito, come mi confessò, che se continuava a essere la mia amante avrebbe dovuto rinunciare a cercare "l'amore della sua vita".
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03.07.25.
REALTÀ ROMANZESCA.
La ragazza mi chiede un'informazione sulle spiagge del paesello, ha un accento esotico che turba e la pelle profumata. Chiacchieriamo, al Bar dei cavallini lei accetta un Estathé mentre io bevo il solito caffè. Lei non sembra infastidita dai miei capelli sale e pepe.
Al momento di separarci, le ultime battute.
Io: ‹‹Cosa fai stasera, scendi alla festa, per i fuochi e l'incendio del castello?››.
La giovane turista: ‹‹Scusami, ma non cerco figure paterne...››.
BRANG!!! (rumore della mascella e delle gonadi che colpiscono l'asfalto rosa del Lungomare).
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I fascisti mi inducono, prima di tutto il resto, un fastidio fisico, sono repellenti.
02.07.25.
Questo è un raccontino che pubblicai più di dieci anni fa nel blog che curavo per la rivista on line Mentelocale.
Avevo intenzione di spiegare che non amo questo stile di scrittura così zuccheroso. Una maniera di raccontare che, come mi ha detto poco fa un'amica, può fare anche commuovere. Preferirei una scrittura più dura, però il discorso si farebbe lungo e il solito mix di pigrizia, accidia e depressione mi blocca, quindi per ora lascio perdere, magari, forse, ci tornerò sopra in tempi migliori (se mai ci saranno).
I palloncini di Olga.
Oggi è la festa del paesello dove vivo. Si venera la Madonna di Montallegro e si festeggia la sua apparizione sulla collina che domina Rapallo.
Tre giorni di festeggiamenti, dal primo al tre luglio: devozione popolare, fuochi d'artificio, sparate di mortaretti, la fiera con i banchetti dei giocattoli, lo zucchero filato e i dolciumi, i venditori di palloncini e, l'ultima sera, la processione solenne con i portatori dei Cristi e ancora un tripudio di fuochi artificiali.
Questa, che racconto, sembra quasi una favola ma è una storia vera, parla della mamma ancora giovane, di mia sorella Fiorenza bambina e di un lutto inesauribile.
Quando Fiorenza aveva, credo, tre o quattro anni, mamma ebbe una gravidanza difficile, il parto poi fu lungo, doloroso e tragico. Nacque una bimba che morì dopo pochi minuti, era desiderata e attesa, papà e mamma avevano deciso di chiamarla Olga come la sorella preferita di mio padre. La bimba è sempre stata ricordata come la "sorellina", nell'album di famiglia è ancora conservata l'unica fotografia della piccolina; nonostante la sofferenza del parto podalico, il suo viso è rilassato e sembra quasi che sorrida, è adagiata in mezzo a tanti piccoli garofani bianchi, le suore infermiere le hanno ricomposto i folti capelli neri e le hanno messo il vestitino di pizzo bianco preparato per il battesimo.
Negli anni successivi alla tragedia famigliare, mamma portava Fiorenza alle feste di Luglio, guardavano insieme i banchetti. Le comprava il croccante o, forse, uno stecco di zucchero filato – all'epoca, parlo di più di cinquanta anni fa, era soltanto bianco, nessun aromatizzante e colorante, era un po' stucchevole ma ai bimbi piaceva anche così -. Mentre la bimba si tuffava nella matassa di zucchero, le due si avviavano verso il venditore di palloncini, mamma comprava alla piccola Fiorenza un palloncino rosso – il classico coniglietto con le orecchione lunghe lunghe -, lo legava al suo polso perché non volasse via, poi ne prendeva un altro e chiedeva se lo volevano mandare in cielo alla sorellina.
Il palloncino volava verso l'alto, ballonzolava nell'aria, scartava e si impennava veloce, sempre più piccolo, fino a quasi sparire nel cielo, verso la "sorellina".
Adesso io e mia sorella siamo quasi anziani. Fiorenza è la preservatrice delle memorie famigliari e ha mantenuto viva, anche dopo che mamma e papà sono mancati, questa tenera tradizione. Passano gli anni ma ad ogni festa della Madonna di Montallegro compra un palloncino e lo lascia volare via verso la piccola Olga.
Così il ricordo di mamma e della piccola Olga, che ha vissuto solo qualche minuto, continua e non si spegne.
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01.07.25.
Consigli per ipocondriaci.
Non usate mai asciugamani rossi per asciugarvi le parti intime, perché poi se trovate negli slip pelucchi rossi e vi sembrano macchioline di sangue vi spaventate. Ricordatelo sempre e bene: siete ipocondriaci!
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Il fiore di cactus è l'emblema dell'impermanenza. Quanto tempo passa da quando sboccia a quando sfiorisce? Poco, troppo poco.
Il fiore mentre appassisce piange, mugolando, "troppo presto, troppo presto".
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30.06.25.
PRIMO TENTATIVO DI VANVERISMO DADAISTA EXTRA FB.
Una bottiglia di Fiuggi al giorno toglie la Renella di torno.
Andrei volentieri a fare le acque alle Terme di Fiuggi, mi blocca l'eventualità di dover andare da solo, quale ragazza non si annoierebbe, per una settimana o più, insieme a un uomo anziano guardandolo bere bicchieroni d'acqua e poi correre al bagno?
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Non ci sono persone cattive, solo persone stupide e io non sono cattivo.
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All'improvviso, mentre nel mattino già torrido spalanco le persiane, il primo canto di una cicala solitaria.
Sento la mia lussuria, così a lungo repressa, sfrenarsi in fantasie luride e perverse dimenticate da troppo tempo. Se i pittospori fossero ancora in fiore e spandessero il loro profumo inebriante sarebbe un momento dionisiaco e insieme mistico.
Volerei, ebbro di suoni ed effluvi d'oblio, finalmente libero dal peso del dolore.
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Notte tra Domenica 29 e Lunedì 30 Giugno.
PENSIERINO DELLA SERA.
Non avremo e non vedremo nulla di quello che abbiamo sognato durante la giovinezza.
Forse è meglio così, magari erano solo stupidate inessenziali o, ancora peggio, ora non le vorremmo più.
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29.06.25.
Sono libero, senza più legami, impegni, obblighi. Ho fatto in modo, aiutato dalle controfortune della vita, di rimanere completamente solo, non ho rapporti sentimentali, nessuna donna mi pensa o desidera e io non penso più o desidero nessuna. I pochi amici veri sono andati, ognuno di noi ha seguito la sua via e le vie non erano parallele. Sono solo e libero, posso fare quello che voglio, ma non so se voglio ancora qualcosa e, in caso, cosa voglio.
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Scrivo sempre di ragazze che mi piacciono o non mi piacciono più, celio e mi prendo in giro da solo, in realtà non saprei da dove incominciare una seduzione perché sono stato fedele a mia moglie per tutti i diciannove anni che la vita ci ha concesso e, soprattutto, ogni volta che guardo con interesse, sessuale o per la sua personalità, una donna mi sembra di fare uno sgarbo a Claudia, quasi di tradirla.
Sarà molto dura staccarmi da lei e lasciarla andare.
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...già, oggi la mia prima fidanzatina, quella che sperperò i suoi giorni migliori con me, compie sessantanove anni. Non fu una bella storia, la nostra, doveva indorare l'adolescenza di ricordi dolci e, adesso, nostalgici, ma non fummo capaci, almeno io, con il cervello così pieno di stupidate, non ci riuscii. Ora, quando ci incrociamo per strada, non ci salutiamo nemmeno, lei forse vorrebbe scambiare un saluto o quattro chiacchiere, ma che senso avrebbe? Lei ricorda e rimpiange un uomo che non esiste più da oltre quaranta anni e io parlo di una donna diversa da quella di adesso.
Coltivo tiepidi sensi di colpa verso di lei, non mi comportai bene, ero giovane e stupido.
Io sono un collezionista di dolore.
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Oggi è il 29 Giugno, il santo del giorno è San Pietro che, secondo la leggenda popolare, se ne porta uno dietro.
Progettavo una sontuosa frittura di totani bagnata da una bottiglia di vino bianco ghiacciato, per poi farmi subito una bella nuotata, digestiva e corroborante, tagliando la Baia di San Michele dalla Spiaggia degli archi, noi indigeni la chiamiamo con un nome più arcaico ma fa lo stesso, verso le secche delle Tre pietre.
I tre scogli sono proprio sotto alla collina del cimiterino, con vista mare, del paese. Meglio di così cosa posso pretendere?







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