13.07.25.
In realtà siamo tutti più o meno infelici, ci sono quelli che, come faccio io, lo ammettono e quelli che raccontano e si raccontano favolette consolatorie.
È un'infelicità nemmeno troppo insopportabile, è come un brusio continuo di sottofondo, basta abituarsi.
***
12.07.25.
Sabato sera tardi e ormai sfebbrati.
**
Cascami e materiali di risulta recuperati da Fb e rielaborati.
Non ho mai requie, anzi quando dormo i miei demoni, non più controllati, hanno campo libero, cantano in coro e mi urlano contro, sperando di farmi cadere dal ponte tibetano dei morti.
Non so più chi sono, ammesso di averlo mai saputo, cosa sono, cosa voglio, se voglio ancora qualcosa e cosa posso volere.
Leggo e studio in modo ossessivo, ma senza un vero e serio progetto, Non so perché faccio quel che faccio, forse per ammazzare il tempo prima di essere ammazzato da lui.
Lunedì andrò a Genova a sottoscrivere l'abbonamento alla nuova stagione del teatro, ma in realtà non so se lo userò mai.
Lunedì andrò a Genova a sottoscrivere l'abbonamento alla nuova stagione del teatro, ma in realtà non so se lo userò mai.
Ho finito l'antidepressivo e la ricetta è scaduta da dieci giorni.
*
VANVERISMO DADAISTA.
Da qualche giorno chatto spesso con Cecilia, una vedova quarantasettenne canadese portata dagli avversi casi di un destino cinico e baro a vivere nel Midi della Francia, mi ha mandato anche delle foto caste, è carina, ma sospetto che il suo vero nome sia Ernesto o Ugo.
**
Sfoglio il mio diario manoscritto per passare il tempo e, datato 20 Luglio 2022, trovo questo appunto quasi consapevole:
"...(Chissà se quello che sto scrivendo ha un senso?)".
***
11.07.25.
Da quanti anni non ti tocco? Da quanto le tue mani non scorrono sulla mia pelle? Da quanti anni non riempi il mio abbraccio e io il tuo?
Perché il desiderio continua a mordermi? Perché non si affievolisce mai? Perché non ho ancora trovato un sorriso luminoso come il tuo, perché mi manca la tua risata cristallina? E i tuoi discorsi lievi?
Perché non riusciamo a lasciarci liberi?
Così è una condanna, è solo disperazione.
****
A un piccione morto.
Maledetta nonviolenza. Ti ho lasciato agonizzare tre giorni, quando era evidente che non avevi speranze, era un gesto più pietoso finirti, ma non ne sono stato capace.
*****
10.07.25.
Mi parli perché devi e cerchi di non guardarmi, io ogni volta che posso tento di inchiodare i miei occhi nei tuoi, ma oggi, questo gioco inutile, mi induce ilarità e ho un sorriso sardonico mentre facciamo questa sciocca pantomima.
****
Consapevolezze mattutine.
Sì, è vero, con lei per mesi sono stato un accattone. A mia difesa e a mio merito, ho smesso immediatamente quando sono arrivati i segnali negativi e mi sono allontanato senza piagnucolare.
Accattone, sì, ma sempre con dignità.
***
09.07.25.
Per ammazzare il tempo prima che lui ammazzi me guardo una trasmissione dedicata all'ansia e alla depressione. Una signora racconta della sua ansia e dei medicinali assunti nel periodo del Covid.
Sorrido come un ebete, magari aiutato dalle amiche Benzo, il Covid nel momento massimo dell'epidemia per me era poco più di un forte raffreddore con sinusite e un po' di catarro, io vivevo con una persona che aveva quarantatré metastasi sparse nei due polmoni.
...ma cosa te lo racconto a fare?
**
Passeggio nel giardino tra le piante morenti, morente anche io schiacciato dalla depressione e dal senso di colpa per non saper reagire, per essermi lasciato sommergere dall'inerzia e dal dolore.
*
Faccio lo stordito, mi diverte, ma non sono scemo e le cose le intuisco.
Sapevo di andare verso un disastro cosmico, una specie di esplosione di supernova esistenziale, vedevo tutte le condizioni avverse e nessuna a favore, ma tant'è! Ho stretto bene tra le mani il timone, ho puntato la prua verso quella secca evidente ed evitabile e l'ho centrata in pieno.
Peggio del piroscafo Sirio.
**
Metti insieme due capricorni e, i casi sono due, passano tutta la vita insieme, non si perdono mai più di vista e muoiono entrambi nello stesso momento oppure fanno a cornate fino a scoperchiarsi il cranio e a distruggersi. Non credo ci siano misure intermedie.
Detto questo, lo ribadisco ancora, io condivido l'opinione di Margherita Hack sull'astrologia: "So' tutte bischerate".
***
08.07.25.
Dubbi notturni, è quasi mezzanotte, sulla mia intelligenza e sulle mie tecniche di seduzione, ovvero: sono o sarò mai uno sciupafemmine?
Non so decidere. È normale durante una telefonata a una ragazza raccontare che leggi tomi seri e impegnativi sul Lungomare, proprio davanti alla Spiaggia dei cavallini e, spesso, ti distrai dalla lettura perché guardi le turiste in bikini a perizoma e spiegare, per buon peso, anche la natura del tuo turbamento?
****
Conversazioni assolutamente vere e inutili.
Mi dice:
‹‹Se hai bisogno di qualcosa avvertimi››.
‹‹Avrei bisogno di tornare alla Primavera del 1974, devo dire delle cose importanti a una ragazza fragile, puoi aiutarmi?››.
‹‹Eh...››.
‹‹Allora, non mi serve niente...››.
*****
Dubbi mattutini.
Che fine ha fatto il mio quasi coetaneo Marco Minniti, quel tizio che faceva il piacione con "GIORGIA, DONNA, MADRE, ITALIANA, CRISTIANA!" e che fine avrà fatto quella ragazza tunisina, militante Femen, che si fotografava a seno nudo e salutava con il pugno chiuso durante il suo processo?
Notizie di Sibilla, quella cantante che non pubblica un disco da trenta anni?
Gary Glitter sarà ancora in galera o è tornato nel Sud est asiatico a fare danni?
Di Marco Rizzo invece si sa tutto, è molto presente in Rete, da comunista a rossobruno ed ora, a mio modo di vedere, direi bischero comune.
Mah! Ora arrivano le mie amiche Benzodiazepine e mi rimettono in bolla.
****
0.7.07.25.
"...and in the end the love you take is equal to the love you make".
Forse è per questo che ho avuto così poco amore e così contorto nella mia vita, perché ne ho dato poco e lo ho dato male.
***
Benvenuti a Casa Usher - la casa in cui sono imprigionato da quaranta anni -, speriamo imploda quanto prima e annichilisca quel che resta della famiglia. Cascami senza nessun valore venale o affettivo.
**
La mia nuova barba, ancora cortissima e rimarrà tale, si può pettinare e prende una piega molto elegante.
*
06.07.25.
Giornata ventosa, davanti a uno specchio del mio bar pasticceria di riferimento cerco di ricompormi i capelli scompigliati. Mi passo le mani sulle ciocche per riordinarle.
‹‹Sei bello Gian, sei bello››, mi dice per canzonarmi la barista Stefi.
‹‹Bello no, ora no, forse anni fa, ma non lo garantisco. Il problema veramente grave è che non piaccio più, bello o brutto, non mi vuole più nessuna››.




Nessun commento:
Posta un commento