domenica 11 aprile 2021

Altre estati.

Ieri pomeriggio ho ascoltato un disco di Nikki Sudden, suppongo sia un bootleg visto che Discogs, il sito bibbia dei collezionisti di vinile, non ne dà notizie. È musica da viaggio giovanile in auto. Ricordate quelle estati torride e lontane? Si partiva su auto improbabili e scassate, io ricordo una vecchia Simca 1000 tutta bozzata dalla grandine, la meta non era mai troppo chiara ma ci si sentiva novelli Kerouac o Neal Cassady. Io, presunto vagabondo del Dharma, mi sentivo spesso Japhy Ryder ma non è una storia che voglio raccontare stasera.

Dunque, riprendendo il filo del discorso iniziale, ascoltavo le canzoni di Nikki Sudden e due rimpianti si intrecciavano, mentre i miei demoni cantavano in coro. Il primo rimpianto era, come ho già detto, per le estati passate ormai irripetibili, l’altro nasceva dalla mia incapacità di seguire Nikki nel suo buttarsi via quasi con noncuranza. Questa sarebbe stata forse una buona soluzione. Un bel finale.

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