Ieri la mia compagna Claudia ha perso l’ultima
battaglia contro la malattia che la tormentava da anni. È riuscita a tenerla
sotto controllo per dieci anni, l’aveva cronicizzata, ed è riuscita a vivere
una vita dignitosa e soddisfacente, ha realizzato tutti i progetti che aveva e
ha portato avanti tutte le sue innumerevoli attività. Ha avuto, due volte
l’anno, il mese di vacanza sulle sue amate montagne del Trentino. Solo a Marzo,
quando si è laureata per la terza volta, ha e abbiamo provato un turbamento,
disse: “forse il mio ciclo finisce qui”.
A inizio Aprile la consueta Tac ha mostrato qualcosa di
nuovo. Una cosa cattiva, rapida, che non ha concesso tregua. Il crollo è stato
indescrivibile e non voglio nemmeno raccontare gli attimi drammatici, atroci o
teneri che abbiamo vissuto, sono solo miei e li terrò per me.
Racconterò solo l’ultima cosa che mi disse, poco prima di non riuscire più a parlare: “mi dispiace, mi dispiace tanto che finisca così, avrei voluto stare con te ancora un po'”.
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