giovedì 13 maggio 2021

Favoletta generazionale parecchio autoironica.

G*** leggeva, sperando che il sonno lo ghermisse in fretta, un’antologia di nuovi poeti americani piuttosto tediosi.

Il poster di Tedha Bara proprio lì a fianco a quello di Lillian Gish in una scena da Broken blossoms. Sulla stessa parete la madre di tutte le dark lady, una sciupamaschi infaticabile e la vittima della violenza di un padre padrone ferino. Il muro di fronte era occupato da Aėlita. La regina del Marte presovietico, tutta compresa nella sua maestà solitaria e glaciale, osservava con distacco le altre due.

Avrebbe voluto esporre anche la foto del cantante rivoluzionario pisano mentre, nel ’76, cantava le sue canzoni già vetuste con il pisello al vento, per sentirsi e farsi percepire tanto alternativo, durante una disastrosa festa del proletariato giovanile. Evitò di mettere in bellavista l’immagine, comunque molto triste, perché mamma, donna anche di larghe vedute, non avrebbe compreso la fine autoironia generazionale.

G*** era un cinefilo poeta o, forse, un aspirante poeta, ormai abortito da tempo, cinefilo per noia e posa?

Valle a capire le motivazioni delle persone!

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