G*** leggeva, sperando che il sonno lo ghermisse in fretta, un’antologia di nuovi poeti americani piuttosto tediosi.
Il poster di Tedha Bara proprio lì a fianco a quello di
Lillian Gish in una scena da Broken blossoms. Sulla stessa parete la madre di
tutte le dark lady, una sciupamaschi infaticabile e la vittima della violenza
di un padre padrone ferino. Il muro di fronte era occupato da Aėlita. La regina del Marte
presovietico, tutta compresa nella sua maestà solitaria e glaciale, osservava con distacco le altre due.
Avrebbe voluto esporre anche la foto del cantante
rivoluzionario pisano mentre, nel ’76, cantava le sue canzoni già vetuste con il
pisello al vento, per sentirsi e farsi percepire tanto alternativo, durante una
disastrosa festa del proletariato giovanile. Evitò di mettere in bellavista l’immagine,
comunque molto triste, perché mamma, donna anche di larghe vedute, non avrebbe
compreso la fine autoironia generazionale.
G*** era un cinefilo poeta o, forse, un aspirante
Valle a capire le motivazioni delle persone!
Nessun commento:
Posta un commento