Ieri sera, verso le undici, ho accompagnato in giardino il bassotto per la sua ultima uscita, dalla finestra del palazzo di fronte si intuivano le luci di un albero di Natale. Roba da indurre un attacco epilettico fulminante! Quest'anno non ho fatto l'albero e non ho messo fuori nessuna decorazione, non è il caso e mi manca lo spirito per farlo ma, se e quando ritornerò a mettere le lucine natalizie, andrò alla ricerca di quelle intermittenze lievi e rasserenanti della mia infanzia, non mi interessa trasformare casa in una discoteca.
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Su questo blog ricevo spesso visite dagli Stati Uniti e la cosa mi turba, sono paranoico in stile John Munch, sarà la Cia che mi controlla? Ancora il mio antico attivismo politico degli anni Settanta che mi perseguita? Sono un vecchio rantegoso, non ho più il fisico da rivoluzionario e poi forse, come diceva Rossana Rossanda, la Rivoluzione non è all'ordine del giorno (per ora).
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Sì, è vero, l'aggressione alla giornalista Lucia Goracci non ha impressionato più di tanto. Forse perché donna? Forse perché il fatto è accaduto in Romania, paese comunitario e amico, paese cristiano - ortodosso ma sempre cristiano -. Va be' anche in Arabia saudita i giornalisti se la passano male ma, come dice qualcuno, lì c'è il rinascimento. Vuoi mettere? Ah, nel frattempo abbiamo dato, cosa buona e giusta, il Premio Sacharov (o Sakharov?) ad Aleksej Naval'nyj carcerato in quel paese di cattivoni che è la Russia. E Assange, che ha rotto l'anima agli Stati Uniti e all'Occidente, muto!
Precisazioni: Naval'nyj e Assange mi sono entrambi indifferenti ma è chiaro che mi spiace siano imprigionati e rischino di passare il resto della vita in carcere. Non sono filorusso, la Russia mi fa abbastanza schifo e me lo faceva anche quando si chiamava Unione sovietica.
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Ieri quattro morti sul lavoro, sempre ieri i telegiornali hanno glissato parecchio sullo sciopero generale. In compenso, si sta sviluppando una, per ora sommessa, diatriba sul perché non c'è stato l'esodo dalle grandi città verso i borghi imbriccati.
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