domenica 11 luglio 2021

Meditazioni in giardino 2.

C’è una bella arietta rinfrescante, oggi in giardino, le foglie dell’ibisco siriaco vibrano lievi, sembrano quasi tremare.

All’alba l’atmosfera era settembrina. Il limone morto un mese fa, è rinato, ora è pieno di foglie di un bel verde giovinezza e una zagara si mostra in tutta la sua bellezza pudica, altri tre bocci aspettano il loro tempo.

Poco fa pensavo che Claudia si è goduta poco il giardino. Troppe remore e troppi rimandi a giorni che, lo sapevamo, non sarebbero mai arrivati. La coinvolgevo nel mio lento affondare.

Oggi ricordo solo le immagini di lei nei primi minuti dopo morta. Quanti morti ho visto nella mia vita?

Sono qui, sotto il tunnel d’ombra che formano i rami bassi della magnolia, leggo poesie ma è un’attività senza scopo. Aspetto l’ora di pranzo, poi l’ora di annaffiare il giardino, poi l’ora di cena e l’ora di andare a letto. Giorno, dopo giorno, dopo giorno.

Seguo il volo di una farfalla cavolaia bianca, mi appare incomprensibile, privo di senso o logica. Se avesse voglia e tempo da dedicarmi, anche io le sembrerei incomprensibile e senza senso.

Un piccione sull’angolo del pluviale del palazzo a destra si pulisce le piume, indifferente a tutto, poi all’improvviso si immobilizza. Mi fissa. È solo, è irrimediabilmente solo come me.

All’ultimo piano del palazzo di fronte, l’unico balcone è pieno di gerani parigini sbatacchiati dal vento. 

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