È un post Fb di un anno fa e la guerra è un'altra ma, in fondo, tutte le guerre fanno schifo allo stesso modo.
"Qualche guerra l'ho vista anch'io, purtroppo.
So come ci si sente: si sta, inevitabilmente, del tutto dalla parte di quelli tra cui ci si trova, con cui si divide il pane, la paura, il dolore.
Non per la propaganda - siamo grandi, e abbastanza sgamati, dai - ma perché si vedono (solo) gli orrori commessi dalla parte opposta. I bambini morti, gli amputati, le lacrime, le vedove, gli orfani, il dolore, l'acqua sporca che viene contesa perché altra non ce n'è.
Viene naturale - e in fondo è anche giusto - pensare che non sia possibile nessuna pace e nessuna tregua senza che i mostri dell'altra parte siano sconfitti, puniti, uccisi, disintegrati. La rabbia che si prova è umana.
Io in questi mesi l'ho visto chiaramente tra persone che stimo e che testimoniano e raccontano questa guerra. Dalla nostra ma anche dall'altra parte, quella di là della linea di contatto. La mostrificazione e disumanizzazione del nemico - quindi l'ostilità a trattare - è quasi inevitabile.
Che poi è vero: la guerra rende mostri. Disumanizza. O forse fa venire fuori il peggio del nostro essere umani, perché anche il sadismo, la violenza e la sete di sangue sono parte del nostro essere umani, purtroppo.
Difficilmente, anche per questo, poi una guerra - con i suoi orrori - può finire nelle coscienze e per la spinta di chi ne ha visto e vissuto gli orrori. Perché è come demandare una sentenza di omicidio ai genitori o ai figli di chi è stato ucciso. Il coinvolgimento emotivo: così bello, così giusto, ma così d'ostacolo nel cercare una soluzione.
Immagino che questo post sia pochissimo popolare, per il suo crudo realismo. E ho avuto un po' anche un po' di paura a scriverlo, perché in fondo tutti cerchiamo un po' di consenso nella vita, e perché è sempre pronta - e assai di moda - l'accusa di "stare con Putin". Che mi fa schifo da vent'anni, contro cui sono sceso in piazza dopo l'omicidio Politovskaya (eravamo in pochi, pochissimi, quel giorno a Roma) e verso il quale più che mai provo grottesco disgusto, alfiere com'è di militarismo, nazionalismo, aggressione, autocrazia, negazione dei diritti, omofobia e il peggiore capitalismo oligarchico.".

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