Martedì o forse mercoledì, pomeriggio e sera.
Oggi l’accidia morde forte, azzanna nel profondo dell’anima. Tra le altre cose mi sono addormentato sul divano, solo un’oretta niente di speciale ma mi sono risvegliato con un grande senso di freddo. Il patetico tentativo di caffè all’americana non mi ha rianimato più di tanto.
Passo le ore che mi separano dalla cena ascoltando un disco di Marja Ahti, una musicista sperimentale finlandese, poco fa il suono allungato all’inverosimile, suppongo con mezzi elettronici, piazzato proprio all’inizio di un suo pezzo ha attirato la mia attenzione per una ventina di secondi, poi il tutto si è trasformato in un lento e noioso collage di registrazioni simil musique concrète - roba già sentita decine e decine di volte negli ultimi settanta anni -.
[...]
Mi sono perso, non volevo scrivere di musica ma l’argomento, al solito, mi ha preso la mano...
...a già, ora ricordo.
Lo scopo era di avvertire i miei quattro lettori che l’accidia mi toglie la voglia di fare.
Fannullone e pigro! Io mi precetterei.

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