giovedì 31 ottobre 2019

Halloween.

Metto subito le mani avanti.
Non mi piace Halloween, non mi piace nessun tipo di carnevalata, sono austero e non mi piace il travestimento. Sarà colpa di mamma che a Carnevale, mi mascherava da Pierrot?
Chiarito questo, credo che sia molto più demoniaco gioire quando un reietto africano annega vicino a Lampedusa o augurarsi lo sterminio di ebrei e zingari, che fare il bischero una sera travestito da morto vivente, da diavoletto, da vampiro o chiedere le caramelle ai vicini di casa.

Mi sembra di ricordare, me lo spiegò tanti anni fa Suor Teresina, che Lucifero odia gli uomini perché sono creature di Dio.

TRICK OR TREAT

L'abominevole uomo delle nevi.

...ma che cosa ha combinato l'Uomo delle nevi per essere abominevole?

Quando non si è mai letto un libro di Storia ma si parla lo stesso...

Leggo il commento di un anonimo in un sito di musica sperimentale estrema, il tizio scrive sotto un post dedicato a una cassetta degli Women of SS, un oscurissimo gruppo di musica industrial noise, che Auschwitz non era un campo di sterminio e che lì non c'erano le camere a gas.

mercoledì 30 ottobre 2019

Strane forme di vita da Facebook.

Scrivono una frase e non capiscono qual è il soggetto.

Non ci sono più gli anziani di una volta.

Sembra che un ottantaquattrenne islamofobo abbia attaccato una moschea, è accaduto in Francia.
Una tempo, noi anziani andavamo a guardare i cantieri o, massimo del ridicolo, perdevamo la testa per le lolite.

martedì 29 ottobre 2019

Amica mia.

Amica mia
dalla pelle serica,
chissà dove sei ora.
Amica mia,
venuta dal paese delle peonie
e dei ciliegi,
così timida e appassionata,
quante parole inutili ti ho detto
e tu volevi soltanto che ti toccassi.

lunedì 28 ottobre 2019

Consiglio, non richiesto ma gratuito, ai miei coetanei.

Alla nostra età è meglio viaggiare leggeri.

All'alba.

Maramaldeggiare un morto ammazzato, per quanto stronzo possa essere, è una cosa da miserabili.

Asterischi.

L'asterisco è muto, “tutt*” puoi solo leggerlo “tutti e tutte” e allora perché non scriverlo?
Troppa fatica?


domenica 27 ottobre 2019

Bagatelle alla fine della notte del passaggio all'ora solare.

Attenzione. C'è il rischio che la vicenda dell'assassinio di Luca Sacchi diventi, per la stampa mainstream, le televisioni generaliste e i social, la storia del bravo ragazzo italiano traviato dalla perfida extracomunitaria.
Le cattive compagnie!
*
Stranezze di Facebook.
Le stuprate dalla polizia cilena impressionano meno delle soldatesse curde uccise in Siria.
*
Tutto perché Liliana Segre è troppo tollerante, Settimia Spizzichino prese a schiaffi un tizio che le disse "sporca giudea".
*
All'alba leggo i giornali, pessima abitudine, uno può perdere la voglia di ridere per tutto il giorno.
Certi titoli che nemmeno Cronaca Vera negli anni Settanta.

Bagaglio culturale

Nel bagaglio culturale dei razzisti nostrani i terroni e gli ebrei non possono mancare, sono la base del mestiere.
Seguono, nell'ordine, zingari, negri e musulmani, senza dimenticare gli omosessuali. Il tutto condito con una bella spruzzata abbondante di misoginia e machismo.

sabato 26 ottobre 2019

Fortebraccio

Fortebraccio picchiava come un fabbro, menava certi fendenti da aprire in due una persona ma sempre con finezza, lontano le mille miglia dalla volgarità e dall'insulto così tanto di moda oggi.

Ascolti musicali a colazione.

Ascolto, mentre faccio colazione, New words from the OED di Bill Orcutt e subito mi viene in mente Come out di zio Steve Reich. Chissà perché?

venerdì 25 ottobre 2019

Il re è nudo!

Ogni volta che guardo una trasmissione di cucina vorrei gridare "il re è nudo! il re è nudo!"

Maurizio Bianchi - MB -.

Ieri sera ho ascoltato un disco di Maurizio Bianchi registrato insieme alla vocalista Patrizia Oliva. Che dire? Suono molto meno urticante del solito. Gli anni avanzano per tutti e la conversione religiosa del musicista "industrial" non aiuta di sicuro. Disco comunque interessante.

Caporetto

Alle due del mattino di centodue anni fa, 24 ottobre 1917, iniziava la battaglia di Caporetto che, di lì a poco, diventerà la "Rotta di Caporetto".

Nonno Nicolò G******a fu fatto prigioniero durante la ritirata, non so se finì a Sigmundsherberg o direttamente in Germania (visto che l'Austria non riusciva più a gestire i prigionieri); dovrei chiedere informazioni all'archivio storico del ministero della difesa.
Lui raccontava che, a un certo punto, per stanchezza si era fermato e fatto catturare, della prigionia non raccontò altro.

Nella mitologia famigliare, nonno Giovanni M*****i era un anarchico individualista e le leggende narrano che fosse disertore; io tendo a credere, ma è solo una percezione personale, che si fosse sbandato durante la ritirata.
*
La Storia orale (fonti: mio padre e le due sorelle Amelia e Tina) dà materiali da trattare con attenzione. Nella Storia orale i documenti sono persone e sono fonti che mutano nel corso del tempo (memoria che falla, mutamento di prospettiva e nel giudizio del valore e dell'importanza di ciò che è accaduto. eccetera); anche i documenti cartacei d'archivio sono soggetti alle ingiurie del tempo e alla critica dei parassiti o dei ratti ma quello che riportano non cambia, può solo deteriorarsi il supporto; a patto di non voler parlare delle falsificazioni, l'esempio più eclatante avviene nei documenti fotografici o nei video (pensiamo alle foto sovietiche, che mutavano a seconda della carriera o della disgrazia dei fotografati).
*
Avvertenza. Tutta la pappardella che ho scritto sopra è da prendere con le molle, la ho scritta mentre il bassotto abbaiava come un ossesso e si agitava, per tutta casa, come un indemoniato. In realtà non riuscivo ad ascoltare il mio pensiero e ho scritto a "tastoni".

Ipocondria.

Sono un ipocondriaco anomalo, mi manca il vizio principale della categoria, non consulto l'Enciclopedia medica e non visito i siti di autodiagnosi. Spesso, però, accuso sintomi di malattie ancora da scoprire.

giovedì 24 ottobre 2019

Felicità obbligatoria.

Chi lo dice che dovremmo essere felici? Non vedo perché la felicità dovrebbe essere obbligatoria. Siamo immersi nel flusso della vita, che non garantisce nulla, solo la fine, in una natura matrigna e non certo amorevole. Perché dovremmo essere, per forza, felici?

Gogne, linciaggi e forse pogrom.

In fondo noi italiani amiamo le gogne e i linciaggi, la cosa non si scopre mica oggi.
Ricordo quando il giornale di Feltri pubblicò in prima pagina le foto e gli indirizzi privati di indagati, ripeto indagati, per pedofilia, ricordo le monetine tirate a Bettino Craxi, una forma di "linciaggio light". Se vogliamo andare un po' più indietro negli anni, ricordo quel tizio, un finto giornalista, che annunciò, tutto sicuro e contento, che Valpreda era colpevole e ricordo, molto prima, il linciaggio di Donato Carretta.

mercoledì 23 ottobre 2019

Paradisi e inferni.

Non sogno più di scappare lontano, non fantastico di eldoradi da dove riavviare la mia vita. Gauguin sbagliò quando sperò e credette di poter fuggire e ricominciare da un’altra parte, sbagliò perché è inutile andare in Paradiso se ti porti dietro l’Inferno che hai dentro.

Muri.

I muri sono manufatti degli uomini.
Come tutte le opere umane
sono destinate a sparire
- schiaffo alla nostra presunzione -
delle sette meraviglie cos'è rimasto in piedi?
Solo Cheope, per ora,
il resto sono rovine sbriciolate
o dicerie sbiadite.
Non crediamoci onnipotenti o eterni,
non lo siamo.

martedì 22 ottobre 2019

Rockerduck.

C'è chi è pagato da Soros, chi da Rothschild o dai Rockefeller, io temo di essere finanziato da Rockerduck.

Musica per cervelli e altre amenità.

Ieri, nel primo pomeriggio, ascoltavo Musica per cervelli, il disco del gruppo Psychoanalisi scaricabile gratis da Punk4free. Musica abbastanza datata, il solito Punk grezzo e tirato a palla, d'altra parte il destino di tutti i linguaggi che si trasformano in genere è la cristallizzazione. I ragazzotti musicisti cantano le loro canzoni in italiano e questo, rendendo il tutto comprensibile, aumenta l’imbarazzo dell’ascolto.
*
Mentre scrivo di Punk italiano ascolto Wildflowers, un disco che testimonia la riunione di quaranta anni fa di un gran numero di jazzisti post Free jazz. Il risultato è meno torrido di quanto ci si potrebbe aspettare, tutto scorre in maniera tranquilla e punto urticante. Lessi di questa operazione culturale giusto all'epoca, la rivista che documentava la cosa era, se non ricordo male, Gong. Ricordo l’aneddoto saporito di un musicista avvezzo all'autosgambetto irridente con cui nessuno accettava di suonare, alla fine, dopo trattative varie, ebbe la sua jam a patto che si limitasse a far musica evitando sketch inutili. Credo che il nome del tizio fosse Maarten Van Regteren Altena, credo o meglio suppongo ma non garantisco. La memoria è un po' logora.
*
Visto che mi trovo a parlare di musica, mi pongo una domanda. Ascolto molte colonne sonore e non mi spiego il perché. Forse quando hai ascoltato troppa musica per troppi anni non ti affini ma diventi onnivoro?

Liquami.

Bisogna ragionare con il cervello e non con la pancia, magari anche solo per il fatto che la parte bassa della pancia è piena di liquami che aspettano di essere scaricati.

Albert Ayler.

Ricordo che lessi per la prima volta di Albert Ayler su Muzak, una rivistina musicale, velleitaria ed effimera, degli anni Settanta, l'articolo parlava del suo cadavere rinvenuto nel fiume East River di New York - suicidio? forse, chissà? .-.

Ayler era un musicista poco incasellabile, miscelava tante cose insieme.

Kirk Franklin & the family.

Ascolto un disco di Kirk Franklin & the family, è un concerto gospel ma mi annoio, sarà forse perché la musica afroamericana di oggi è imbastardita con il pop più volgare? Quello prodotto per vendere il più possibile. Sarà perché ogni linguaggio musicale, alla lunga, si cristallizza irrimediabilmente e diventa genere?

lunedì 21 ottobre 2019

Risveglio.

Rimbombo di un temporale lontano. Scrosci di pioggia violenta frustano il tetto di casa mentre il furin lancia suoni dissonanti nell'alba desolata.

Confessione.

Parlo molto, è vero, devo ammetterlo. Il bello, acre e doloroso, è che parlo molto di cose che non mi interessano e di quello che mi interessa non parlo mai. Taccio per pudore, vergogna o senso di inadeguatezza, taccio perché parlare e confessarmi sarebbe inutile e troppo doloroso, taccio perché non saprei come spiegare, come giustificare.
Quindi parlo, parlo molto, continuo a parlare di cose di cui non mi importa nulla e che non servono a lenire il mio male.

domenica 20 ottobre 2019

Scene imbarazzanti da Facebook.

Anarchici, suppongo attempati, che fanno la gara a chi è più anarchico e fedele all'idea.
‹‹Adesso sei diventato anarchico S*** S***????››.
‹‹M*** C*** se non reggi più il vino, non è questo il luogo per i tuoi sfoghi…››.
‹‹Stamattina stavi con il boia "socialista" Assad ... o mi sbaglio?››.

Giorni senza dignità e senza onore.

Tra ottanta anni saremo sui libri di Storia e non faremo una bella figura. Qualcuno parlerà di giorni senza dignità e senza onore.

Anziani maestri.

Ho appena letto l'ultimo articolo di Bifo, sì lo so, di prima mattina sono un po' masochista.
Che dire? Molto ma molto assertivo: è così, così, così, perché lo dico io. Niente spiegazioni o dubbi.

sabato 19 ottobre 2019

In a gadda da vida.

In a gadda da vida lo ascoltai per la prima volta nell'Estate '71, come un sacco di altra musica buona. Era un'epoca felice, la creatività pulsava forte.
Certo, dopo la dissacrazione dei Simpson è difficile rimanere concentrati e non sorridere.

Mollichismo.

Il mollichismo mi sprofonda negli abissi della desolazione, è una cosa veramente incresciosa.
Ah! I bei tempi quando un critico musicale definì "merda" l'ultimo disco di Gato Barbieri.

Domenica del Corriere.

Una volta, quando eravamo stupidi, leggevamo la Domenica del Corriere per svagarci ma mica credevamo a quello che c'era scritto.

venerdì 18 ottobre 2019

Schegge di memoria

Che bello quando coltivavo i girasoli nella campagna di nonna Teresin. Papà, qualche "fascia" più sotto, curava i suoi pomodori e insieme accudivamo le galline livornesi destinate a morire di vecchiaia.

Anticonformisti?

Questi intellettualoni destrorsi, che raccontano se stessi come degli irriducibili anticonformisti, che assumono uno stile greve di scrittura e inventano neologismi improbabili lunghi fino a diciassette lettere.

giovedì 17 ottobre 2019

Iconoclastia mattutina.

Stamani, molto presto, ho letto un vecchio articolo di Vita, pubblicato nel 2016. Era la trascrizione di una lunga chiacchierata tra David Bowie e William Burroughs, materiale pubblicato quaranta anni prima, 1974, da Rolling Stone. I due non avevano niente da dire ma lo dicevano con molta sicurezza e con la presunzione di rivelare chissà quali verità risolutive. La mia generazione ha scelto maestri sbagliati, questo spiega come è finita e come i pochi sopravvissuti sono diventati.
Ognuno si è arreso a modo suo, d’altra parte, con certi riferimenti culturali, gli strumenti intellettuali erano pochi.

Anni colorati.

Un’antica fidanzata, ragazzina nei colorati anni Settanta e ora matura signora, mi ripeteva sempre: “non è che se giri con l’Unità o il Manifesto nella tasca dei jeans diventi un compagno”.

Radical chic e cattocomunisti.

In genere chi parla di radical chic è uno che ripete a pappagallo e chi parla di cattocomunisti è un ignorante che non conosce la Storia e non sa di cosa parla.

Casella 58.

È inutile fare tanti discorsi, siamo finiti nella casella 58 del gioco dell'oca, tocca rifare tutto il giro ripartendo da zero.

Vegetariani cattivisti.

Ho scoperto che la moglie di un mio ex amico, ora neonazista, è diventata vegetariana e partecipa all'iniziativa "chiudere i macelli".
È interessante, qualcuno bravo e competente dovrebbe studiare il caso, la signora tempo fa si augurava le barricate nel suo paesello per respingere diciannove negroni emigrati dall'Africa che dovevano essere ospitati in una casa comunale e vedrebbe bene l'affondamento dei barconi ma contemporaneamente soffre per gli animali e vuole la chiusura dei macelli - per la chiusura dei campi di raccolta libici deve ancora riflettere un po' -.
Trattasi di un caso evidente di sepolcro imbiancato?

mercoledì 16 ottobre 2019

Gocciole di pioggia.

Rumore di gocciole di pioggia dopo una notte pesante, nessun altro suono. Nemmeno i demoni consueti si azzardano a gridarmi contro.

Judee Sill.

Giornata uggiosa, adatta ad ascoltare la povera, dannatissima, Judee Sill.
Cercò redenzione scrivendo canzoni religiose e non riuscì nemmeno a entrare nel club dei ventisette anni.
Alla notizia della sua morte, i pochi che ancora la ricordavano si stupirono che fosse vissuta fino ad allora.

martedì 15 ottobre 2019

I social hanno dato a tutti la possibilità di comunicare ed esprimere le proprie opinioni, il problema è che molti non hanno niente da dire ma lo dicono lo stesso.
Calma! Lo so, anche io sono nel gruppo.

Scene imbarazzanti da Facebook.

Vecchi poeti presuntuosissimi, assolutamente sconosciuti e prescindibili, che si insultano.
‹‹Barbone, vai a lavorare…››.
‹‹Non rompere i coglioni, sei finto…››.

I film Peplum degli anni Sessanta.

Poco fa guardavo in televisione, giusto per fare l'ora di cena, un peplum italiano del 1962, Maciste contro i mostri. La protagonista è Margaret Lee, quelli con un carico di anni sul groppone se la ricorderanno come una delle tante svampite dei varietà in bianco e nero. È molto carina ma fare l'attrice non è il suo mestiere, la sua recitazione è imbarazzante. Mi aspetto che, da un momento all'altro, attacchi a cantare "col chicco, col chicco d'uva passa..." o che arrivi Dorellik.
Ah, dimenticavo, Maciste sfoggia una pettinatura a banana di un biondo oro sconcertante e i mostri sembrano fatti di panno.
Risate a volontà.


lunedì 14 ottobre 2019

Jim Morrison.

Sembra, a giudicare da quel che gira su Facebook, che il povero Jim Morrison scrivesse le frasi per i bigliettini dei Baci Perugina e le massime per il calendario di Frate Indovino.

Sogni.

Rumore di un treno nel silenzio dell'alba. Ho sognato di sdraiarmi in un prato di ellebori bianchi, il vento era teso e gelido.

Azathoth, il dio demente.

Forse tutto quello che sta accadendo, in Siria, in Yemen, nei monti dell'Atlante, nel Congo, nel Mediterraneo e in tanti posti nemmeno considerati, non è altro che uno dei sogni dell'orrido dio demente Azathoth. Dorme al centro dell'universo, cullato da sinfonie lievi di flauti e campanelle, che semidei minori suonano per lui. Sogna i suoi sogni malati, se si svegliasse distruggerebbe l'universo.

domenica 13 ottobre 2019

Rivoluzionari di cartapesta.


Verso l'alba, invece di studiare, meditare o dirmi un rosario che, data l'età, porta crediti per dopo, leggevo una rivistina culturale on line molto alternativa.
Alternativa... ma di che?
Ci trovi anche il link per comprare la versione cartacea da Amazon.
Un caro saluto a tutti i rivoluzionari di cartapesta.

Instagram.

...ma Instagram è la versione 2.0 della vecchia serata diapositive imposta agli amici?

Rivoluzionari da Internet.

Il web fa male ai rivoluzionari. Restano chiusi nei loro blog, scrivono i loro pezzi, condividono le loro, spesso deliranti, analisi, si leggono, discutono e litigano tra loro. Tutto questo agitarsi è autoreferenziale e inutile.
Inessenziale, appunto.

Seguo l’attività rivoluzionaria in Rete con occhio da entomologo, giusto per tenermi aggiornato su forme di vita destinate ormai all’estinzione e che già ora sono irrilevanti.

sabato 12 ottobre 2019

Razzismo a base religiosa.

Qualcuno dovrebbe informare i razzisti a base religiosa che i cristiani ortodossi sono il gruppo più grande tra gli immigrati in Italia, seguono i cattolici, che dovrebbero andare bene visto che il capo dei razzisti nostralini orgasma di fronte al presepio e brandisce il rosario e il vangelo come delle clave.
I musulmani, una sorta di "biechi blu" un po' più biechi di quelli beatlesiani, si piazzano al terzo posto tra i gruppi che ci invadono.

Cani di Pavlov.

I social alimentano il nostro desiderio di essere Cani di Pavlov.
Andare oltre al titolo e alle figure è troppo faticoso?

Farisei.

In margine al Vangelo interpretato e spiegato da Piero Martinetti.

I Farisei di oggi hanno dimenticato la giustizia e la misericordia, affettano grande fede ma non pensano proprio a pagare “la decima della menta, dell’aneto e del cumino”

venerdì 11 ottobre 2019

Che noia


Parlo molto con me stesso ma mi annoio, mi do sempre ragione...

Squallore social.

I commenti social sono troppo nauseanti, ormai guardo solo le figure.

Nudismo

Il nudismo lo praticai tra i venti e i trenta anni. Adesso, con il gluteo che cala a causa dell’età e dell’abbandono della bicicletta e del nuoto, non sarebbe un bella vista.
Buongusto! Buongusto, please!

giovedì 10 ottobre 2019

Nobel per la letteratura

C’è pochissima roba di Olga Tokarczuk stampata in Italia, ora non facciamo tutti finta di aver letto la sua opera omnia.

Suoni nell'impermanenza.


Da qualche parte, qualcuno suona una fisarmonica. Suona male ma tiene un bordone che tenta di sospendere lo scorrere del tempo.
Se ci fossero le cicale sarebbe un perfetto cristallo di vita, eterno e inutile.

Una storia vecchia.

Una storia vecchia, roba di tanti anni fa.
Il Parco Casale è sempre stato il territorio di giovani coppie in cerca delle prime intimità umide.
Ero seduto su una panchina di quelle non nascoste, quelle con la vista sul golfo, leggevo Rimbaud tutto compreso, più che leggere poesia mi dava piacere essere visto mentre leggevo poesia (situazione molto morettiana). Forse m’atteggiavo a giovane Werther.
Comunque ero lì, vicino a me c’era una coppietta che discuteva. Lui, sfoggiava una ghigna cattiva da paura, era più grande di lei, era un tossico che spacciava o, se vi piace di più, uno spacciatore tossico. Lei una sciocchina di quattordici, forse quindici anni, di quelle che credono di aver capito tutto e, come tutti, non hanno capito ancora nulla e non capiranno mai nulla della vita. Lui parlava con la sicurezza del vero macho, le diceva: tu non devi stare a sentire quello che dice tua madre, tu devi credere solo a me e fare quello che ti dico io.
Interrotto, nel mio quieto decadere, da questo vociare, ascoltavo e pensavo: sì, fai quello che ti dice lui, che poi vedi come ti rivolta come un calzino.
Era l’anno dei mondiali in Italia, eravamo a fine Primavera.
La ragazza, innamorata inconsapevole e tenerella, fu trovata morta a metà Autunno nel sottopassaggio della stazione, della sua bellezza adolescenziale restava poco. Il suo viso lasciava intuire tanta stanchezza di vivere.

Una perdita di tempo

L’attività di analisi politica e di critica letteraria nel web è rigogliosa ma inutile, è vasta e superficiale; in breve, una perdita di tempo per chi la segue.

mercoledì 9 ottobre 2019

Albert Caraco, C. S. Lewis e Shunryu Suzuki


Ho riletto Albert Caraco.
È stata una lettura occasionale dovuta a contingenze particolari, bloccato a casa e nell’impossibilità di uscire per una minima passeggiata di salute, ho salvato la mattinata con Post mortem.
Ricordo, lessi il libricino a cavallo tra Primavera ed Estate del 1989 – anno cruciale e urticante per vari motivi pubblici, che tutti devono rammentare, e per motivi privati, che voglio rammemorare il meno possibile -, negli stessi giorni lessi Diario di un dolore di C. S. Lewis; cercavo consolazione dal lutto e non sapevo che era impossibile.
Mi avvedo ora che entrambi i diari – postumo e in corso d’opera – sono editi da Adelphi, all’epoca, semianalfabeta provincialotto ancora influenzabile, subivo il fascino della casa editrice di Calasso e del glamour umbratile dei tomi che pubblicava.
Oddio, sia come sia, mentre indulgevo in queste letture girava tra le mie mani anche Mente zen, mente di principiante di Shunryu Suzuki – il Suzuki meno famoso, quello che se la tirava meno ed era più comprensibile -.
Ascolto un noioso disco di Sally Oldfield, sorellina meno famosa di Mike; è un poema sinfonico progressive di scuola inglese, nulla da segnalare.
Invecchio e divento sempre più iconoclasta verso la musica della mia giovinezza, non so se è affettazione o reale evoluzione del gusto.
Se non avessi fatto quello che ho fatto durante la giovinezza, non avessi ascoltato la musica che ho ascoltato, letto i libri che ho letto, ora cosa sarei? Mi piacerei di più?
Certo, ora sono nel gruppo degli sconfitti, quelli proprio irrecuperabili ma che fa? Non so se ne valeva la pena, non so se c’era una via alternativa da seguire. E allora? Allora nulla, quel che è fatto è fatto. Punto.

...ora ascolto un disco, ancor più antico, di Annette Peacock e Paul Bley – jazz sperimentale? -, un sintetizzatore analogico espone il tema con suoni molto datati. Discogs, la Bibbia dei collezionisti di vinile, definisce il disco “Electronic, Jazz, Free Jazz, Space-age”, informa che alle percussioni compare Han Bennink e data la registrazione, dal vivo, al 1970.

martedì 8 ottobre 2019

Ritagli


Tutto sfarina.
Di tutto quello che credevi
permanente
nulla resta
solo ricordi
che non vorresti ricordare.
*
Corro lentamente
concentrato sul respiro.
Non cerco nulla
non spero nell’illuminazione
in nessun tipo di illuminazione.
Contemplo il mio inferno
le settemilasettecentosettantasette
centurie di demoni che urlano
contro il mio viso.
Corro lento da solo
vedo la mia ombra
e sento una gran pena.
*
Io lo avevo detto per tempo
non mi avete ascoltato ed è giusto così
non sono un profeta che grida alla turba
sono solo un piccolo inetto neghittoso e inutile
nessuno mi inchioderà a una croce di ciliegio
questo è il mio congedo
questa è la nostra fine
non ricordatevi di me
non vedrò mai più Big Sur
*
Cleomene III
re di Sparta
voleva rimettere i debiti
ai debitori
e distribuire
le terre ai poveri.
Lo cacciarono dalla città.
Visse prigioniero
per tre anni
ad Alessandria
poi tentò con dodici compagni
una rivoluzione.
Sconfitti si uccisero.
Il cadavere di Cleomene III
fu crocefisso.
Non vi ricorda nulla?

Consigli non richiesti.

È bello scrivere, è divertente e fa passare il tempo, fatelo se volete.
Qualche consiglio. Io scrivo molto ma cestino moltissimo e nessuno leggerà quello che rimane.
Non autopubblicate i vostri romanzi, non serve a nulla e vi fa odiare dai parenti, dagli amici e dai librai che ossessionate.
Se Einaudi non vi pubblica c'è un motivo.

Scopro, proprio in questo momento, che Paolo Bonolis ha pubblicato un libro di memorie o cose simili.
In quanti siamo rimasti a scrivere per il gusto di farlo e cestinare o incassettare con altrettanto gusto?
Al massimo, nei momenti di ego presuntuosissimo, pubblichiamo le nostre povere cose in blog che, per fortuna, nessuno legge.

lunedì 7 ottobre 2019

Quando non lo stimoli al pensiero, il cervello secerne muco e non è un bel vedere.

Siamo la peggiore generazione dal dopoguerra a oggi: presuntuosi e analfabeti, rancorosi, opportunisti e pigri, moralmente vuoti.

domenica 6 ottobre 2019

Ho ritrovato la mia collezione della rivista Poesia, la compravo e leggevo al capo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.
Che miniera di materiali preziosi e inestimabili; inestimabili perché inutili, privi di una immediata ricaduta materiale. La pila dei fascicoli era in fondo a una colonna di riviste varie, le sue misure simili ai rotocalco-tabloid, tipo L’Espresso o Panorama, la hanno condannata a far da base ad altre rivistine più minute ed effimere; dovrei ripulirla dalle ingiurie del tempo e dalla critica della polvere, per ora mi sono immerso nella lettura del primo numero che mi è capitato sottomano – una passata con la mano sulla copertina, che riportava la foto di Edna St. Vincent Millay e via… -.
Ricordo che, novello giovane Werther, leggevo Poesia durante le mie ultime vacanze trascorse alla spiaggia di Trelo, fiorivano amori estivi, carnali e perituri, comme il faut, mentre io ero perso nel rimorso e nel rimpianto per O*** e per l’amore che non era stato.
Poi arrivava l’Autunno.




Secondo tentativo di ascolto del nuovo cd dei miei cuginetti, entrambi ormai over 30. Quasi due settimane per trovare il disco e scaricarlo, manco fosse un rarissimo bootleg di Brian Eno in edizione numerata.
I due ragazzotti fanno Metal, non saprei dire quale sottogenere, chi se ne intende più di me parla di "Epic" e di "Goth", comunque una musica che, alle mie orecchie smagate, suona abbastanza infantile.
Anni fa, per sgrossarli un po', avevo consigliato qualche ascolto di Progressive anni '70 ma pare che, dopo le prime note, abbiano vomitato una materia verde non identificata.
Naturalmente, per risolvere i problemi gastronomici, i due musicisti dalla finta faccia cattiva, lavorano come grafici per un'agenzia pubblicitaria.
Ascolto pieno di buone intenzione ma avverto un blando senso di noia. C'è del bello e c'è del nuovo ma quello che è bello non è...
Dimenticavo. La copertina è francamente imbarazzante, non per il culo femminile in bella vista, proprio per la banalità dell'insieme.

sabato 5 ottobre 2019

Un tempo lessi i detti di Rabi-a, la mistica islamica, leggevo le parole sante e credevo di capirle ma ero stolto e non comprendevo nulla. Ero stolto come ancora sono e rimango, leggo e studio ma la mia mente si affanna e annega nella palude dei dubbi.
È la prima volta che mi azzardo a pubblicare una delle mie, superflue, poesie. Mi rassicura il fatto che questo blog probabilmente resterà incognito a tutti gli internauti.

Chissà dove sono finiti
i giovani tossici di tanti anni fa?
Molti saranno morti
non potevano farcela.
Erano piccoli e fragili
pensavano alla musica
e all’amore
forse erano solo sciocchi.
Molti sono morti
qualcuno ha resistito.
Noi
quelli che non si facevano
viviamo il senso di colpa
del sopravvissuto senza meriti
e il lutto per il fratellino morto
senza aiuto e senza colpe.

La ragazza persa
parlava della roba
e poi piangeva
soffocata dalla pena per se stessa.

venerdì 4 ottobre 2019

SCENE IMBARAZZANTI DA FACEBOOK
Giovani donne, disturbate psicologicamente, logorroiche e mitomani, che accusano altre giovani donne, anche loro disturbate, di essere saccenti e bulle.
Ascolto il terzo atto de La donna senz’ombra di Richard Strauss, che già ascoltai distrattamente ieri – l’imperativo categorico, che guida e devasta la mia vita, mi obbliga a riascoltare tutto l’atto -. Opera di inizio Novecento o, come dicono i melomani cinti di lauro, del Novecento storico. La mia abissale imperizia nelle lingue straniere non mi fa capire nulla della trama, dovrei cercare una sinossi ma non credo che lo farò.
Musica interessante ma qual è l’età in cui si esauriscono la capacità e la voglia, di ascoltare, cercare e assaporare la musica? Quando si passa allascolto per abitudine e dovere? Ascolto sterile e inutile, che non scava l’anima e non rimane.
Richard Strauss, rischiò di essere fucilato come filonazista, nell’immediato dopoguerra, dai soldati americani. In realtà credo fosse soltanto uno attento al quieto vivere, un tranquillo ignavo. Credo che l’atteggiamento verso il nazismo fosse questo ma non metterei la mano destra sul fuoco a garanzia di quel che ho appena detto. Comunque, sia come sia, fu salvato dal nipote, che probabilmente strepitò, e da un ufficiale americano melomane, che lo riconobbe.
Il porno mi induce sonnolenza, se il suo scopo è presentarsi come il massimo della vitalità fisica e ferina, fallisce completamente.

giovedì 3 ottobre 2019

SCENE IMBARAZZANTI DA FACEBOOK
Vecchi logorroici, saccenti e normativi, che accusano altri vecchi di essere dei vecchi saccenti e passatisti.

mercoledì 2 ottobre 2019


Liti social sul voto ai sedicenni, insulti per il crocifisso nelle aule, alti lai e strepiti per i tortellini.
Io l'avevo detto che Greta faceva la fine del marziano a Roma.
Pat Garrett and Billy the Kid, visto su Rai Movie un paio di giorni fa. Un film inutile come gran parte dei film di Sam Peckinpah.
Per il regista americano le donne vanno prese a schiaffi e quando le stupri se la godono alla grande, magari qualcuna si innamora pure.
Pat Garrett lo vidi nel '73, allettato dalle musiche di Bob Dylan, anche quelle parecchio deludenti. Memorabile e imbarazzante la lunghissima scena in cui un tizio agonizza per un minuto abbondante sulle note di Knockin' on heaven's door, gli manca solo di fare un discorso di commiato.

martedì 1 ottobre 2019

Come si cambia. Ho appena ascoltato una canzone di Alice Cooper del '71, quando ancora girava con il pitone, e non ho preso fuoco. All’epoca, snobbone come ero, aborrivo certi personaggi. Il tempo smussa gli angoli, non so se sia un bene.
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Consiglio, non richiesto, a una giovane poeta molto convinta di sé. Evita le allitterazioni, sono un mezzuccio banale e logoro, ormai allettano solo gli allocchi.