Ascolto il terzo atto de
La donna senz’ombra di Richard Strauss, che già ascoltai distrattamente ieri –
l’imperativo categorico, che guida e devasta la mia vita, mi obbliga a
riascoltare tutto l’atto -. Opera di inizio Novecento o, come dicono i melomani
cinti di lauro, del Novecento storico. La mia abissale imperizia nelle lingue
straniere non mi fa capire nulla della trama, dovrei cercare una sinossi ma non credo che lo farò.
Musica interessante ma
qual è l’età in cui si esauriscono la capacità e la voglia, di ascoltare,
cercare e assaporare la musica? Quando si passa all’ascolto per abitudine e
dovere? Ascolto sterile e inutile, che non scava l’anima e non rimane.
Richard Strauss, rischiò di
essere fucilato come filonazista, nell’immediato dopoguerra, dai soldati
americani. In realtà credo fosse soltanto uno attento al quieto vivere, un
tranquillo ignavo. Credo che l’atteggiamento verso il nazismo fosse questo ma
non metterei la mano destra sul fuoco a garanzia di quel che ho appena detto.
Comunque, sia come sia, fu salvato dal nipote, che probabilmente strepitò, e da
un ufficiale americano melomane, che lo riconobbe.
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