martedì 7 luglio 2020

Otto, Trudy, Orazio e gli altri.

Anche questo raccontino è tratto dal blog che curavo per Mentelocale, mi diverte ancora e lo pubblico qui con minime modifiche.


Bouff, Bouff - pausa per respirare - Bouff, Bouff - altra pausa per respirare - e avanti in questo modo per tutto il pomeriggio. Orazio, il bulldog che viveva nel palazzo di là dalla strada, cercava di intimidire così i passanti. Passava l'estate sdraiato al fresco sul terrazzo di casa e, con flemma inglese, abbaiava contro tutto quello che si muoveva.

Qualche giorno fa, ho saputo che Orazio è morto anzi, come diciamo noi cinofili, è saltato sul ponte dell'arcobaleno; non era anziano ma la sua salute è sempre stata molto delicata. Lo vedevo passeggiare di sera insieme al suo umano, il passo un po’ caracollante e l’espressione ingrugnata, era una presenza simpatica.

Il bassotto Otto e il bulldog Orazio non si piacevano, non potevano proprio piacersi; a parte che inglesi e tedeschi non sono mai andati d'accordo, cani bassi e iperattivi, tutto naso, sempre pronti alla caccia e molossoidi flemmatici e rantegosi non possono riconoscersi come appartenenti alla stessa specie. Spesso Otto rispondeva all'abbaio lento del bulldog con scariche di abbai sonori e mitraglieschi, si appoggiava con le zampette anteriori al cancello e, dopo aver guardato Orazio con spavalderia, attaccava la cagnara.

Trudy, la nostra bolognese cresciuta da Otto e che per questo si sente bassotta, guarda sempre attenta il maestro e negli scontri verbali cerca di imitarlo ma ha un abbaio troppo femminile e non incute grande timore.

Nella via dove abito, duecento metri scarsi, vivono quindici cani, lo dico sempre che chi non ama il genere canino ha sbagliato quartiere e dovrebbe trasferirsi. Da Giotto, il volpino della cartoleria di fronte alle elementari a Sheba, la bassotta che vive sopra al bar notturno, passando per Stella e Luna (prima), dallo shih tzu scostante di Lello, ai due breton di P***, il cacciatore della domenica, fino a Luna (seconda) e Bibi, le due cagnine salvate dai canili spagnoli dalla mia vicina Mirella, ce n'è per tutti i gusti ed è un tripudio di abbai.

Il vero nemico di Otto, il mio teppistello, non era Orazio, è l'odiatissimo Arturo! Un bel dalmata, ben macchiato, che vive a due passi da noi. In realtà, dovrebbe essere Arturo a odiare il nanetto perché è il mio bullo ad averlo attaccato per primo. C'eravamo incontrati per la via e, visto che siamo in buoni rapporti, io e l'umana di Arturo scambiavamo le solite quattro chiacchiere, non ci siamo accorti che il dalmata, forte della differenza di stazza, mandava tutti i segnali di aggressività possibili a Otto; minacciava con la coda a candela e lo sguardo diretto, avanzava con il petto portato in avanti. Alla fine ci siamo trovati in questa situazione: Arturo tutto teso che fissava il bassotto dall'alto verso il basso e Otto seduto che guardava dal basso il dalmata. Da questo momento mi ricordo la scena come se fosse un cartoon della Warner Bros, Otto volta il muso verso di me e mi guarda – sembrava volesse chiedere "cosa devo fare?" -, io che, ridendo, gli rispondo "ah, ti arrangi…". Il nano deglutisce e rivolge lo sguardo verso Arturo – forse pensava "mi sono scelto una bella schifezza di umano, proprio vero che le cose bisogna farsele da soli" -, ancora un secondo e balza in verticale, le zampe anteriori abbassate sul petto, attaccando alla gola il dalmata, che salta indietro con Otto che penzola dal suo collo. Il tutto dura pochi secondi, ogni umano bada al suo cane e lo allontana, Arturo sembra scioccato e Otto abbaia in trance da lotta – "sono piccolo ma fegatoso e tutto muscoli!" -. Ora, ogni volta che ci incrociamo, mentre Otto comincia ad abbaiare furioso, Arturo passa in silenzio e io, con orgoglio dissimulato e complicità, dico al mio guerriero: "calmo… calmo… guarda che è lui che dovrebbe avercela con te…".

Nessun commento:

Posta un commento