Questo
racconto lo ho pubblicato ormai anni fa, nel blog "Vita in giardino", che curavo per il giornale on line Mentelocale.
Oggi lo ripubblico con qualche minima
modifica.
I
palloncini di Olga.
Oggi
è la festa del paesello dove vivo. Si venera la Madonna di Montallegro e si
festeggia la sua apparizione sulla collina che domina Rapallo.
Tre
giorni di festeggiamenti, dal primo al tre luglio: devozione popolare, fuochi
d'artificio, sparate di mortaretti, la fiera con i banchetti dei giocattoli, lo
zucchero filato e i dolciumi, i venditori di palloncini e, l'ultima sera, la
processione solenne con i portatori dei Cristi e ancora un tripudio di fuochi
artificiali.
Questa,
che racconto, sembra quasi una favola ma è una storia vera, parla della mamma
ancora giovane, di mia sorella Fiorenza bambina e di un lutto inesauribile.
Quando
Fiorenza aveva, credo, tre o quattro anni, mamma ebbe una gravidanza difficile,
il parto poi fu lungo, doloroso e tragico. Nacque una bimba che morì dopo pochi
minuti, era desiderata e attesa, papà e mamma avevano deciso di chiamarla Olga
come la sorella preferita di mio padre. La bimba è sempre stata ricordata come
la "sorellina", nell'album di famiglia è ancora conservata l'unica
fotografia della piccolina; nonostante la sofferenza del parto podalico, il suo
viso è rilassato e sembra quasi che sorrida, è adagiata in mezzo a tanti
piccoli garofani bianchi, le suore infermiere le hanno ricomposto i folti
capelli neri e le hanno messo il vestitino di pizzo bianco preparato per il
battesimo.
Negli
anni successivi alla tragedia famigliare, mamma portava Fiorenza alle feste di
Luglio, guardavano insieme i banchetti. Le comprava il croccante o, forse, uno
stecco di zucchero filato – all'epoca, parlo di più di cinquanta anni fa, era
soltanto bianco, nessun aromatizzante e colorante, era un po' stucchevole ma ai
bimbi piaceva anche così -. Mentre la bimba si tuffava nella matassa di zucchero,
le due si avviavano verso il venditore di palloncini, mamma comprava alla
piccola Fiorenza un palloncino rosso – il classico coniglietto con le
orecchione lunghe lunghe -, lo legava al suo polso perché non volasse via, poi
ne prendeva un altro e chiedeva se lo volevano mandare in cielo alla sorellina.
Il
palloncino volava verso l'alto, ballonzolava nell'aria, scartava e si impennava
veloce, sempre più piccolo, fino a quasi sparire nel cielo, verso la
"sorellina".
Adesso
io e mia sorella siamo quasi anziani. Fiorenza è la preservatrice delle memorie
famigliari e ha mantenuto viva, anche dopo che mamma e papà sono mancati,
questa tenera tradizione. Passano gli anni ma ad ogni festa della Madonna di
Montallegro compra un palloncino e lo lascia volare via verso la piccola Olga.
Così
il ricordo di mamma e della piccola Olga, che ha vissuto solo qualche minuto,
continua e non si spegne.
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