mercoledì 1 luglio 2020

I palloncini di Olga.

Questo racconto lo ho pubblicato ormai anni fa, nel blog "Vita in giardino", che curavo per il giornale on line Mentelocale.
Oggi lo ripubblico con qualche minima modifica.

 

I palloncini di Olga.

 

Oggi è la festa del paesello dove vivo. Si venera la Madonna di Montallegro e si festeggia la sua apparizione sulla collina che domina Rapallo.

Tre giorni di festeggiamenti, dal primo al tre luglio: devozione popolare, fuochi d'artificio, sparate di mortaretti, la fiera con i banchetti dei giocattoli, lo zucchero filato e i dolciumi, i venditori di palloncini e, l'ultima sera, la processione solenne con i portatori dei Cristi e ancora un tripudio di fuochi artificiali.

Questa, che racconto, sembra quasi una favola ma è una storia vera, parla della mamma ancora giovane, di mia sorella Fiorenza bambina e di un lutto inesauribile.

Quando Fiorenza aveva, credo, tre o quattro anni, mamma ebbe una gravidanza difficile, il parto poi fu lungo, doloroso e tragico. Nacque una bimba che morì dopo pochi minuti, era desiderata e attesa, papà e mamma avevano deciso di chiamarla Olga come la sorella preferita di mio padre. La bimba è sempre stata ricordata come la "sorellina", nell'album di famiglia è ancora conservata l'unica fotografia della piccolina; nonostante la sofferenza del parto podalico, il suo viso è rilassato e sembra quasi che sorrida, è adagiata in mezzo a tanti piccoli garofani bianchi, le suore infermiere le hanno ricomposto i folti capelli neri e le hanno messo il vestitino di pizzo bianco preparato per il battesimo.

Negli anni successivi alla tragedia famigliare, mamma portava Fiorenza alle feste di Luglio, guardavano insieme i banchetti. Le comprava il croccante o, forse, uno stecco di zucchero filato – all'epoca, parlo di più di cinquanta anni fa, era soltanto bianco, nessun aromatizzante e colorante, era un po' stucchevole ma ai bimbi piaceva anche così -. Mentre la bimba si tuffava nella matassa di zucchero, le due si avviavano verso il venditore di palloncini, mamma comprava alla piccola Fiorenza un palloncino rosso – il classico coniglietto con le orecchione lunghe lunghe -, lo legava al suo polso perché non volasse via, poi ne prendeva un altro e chiedeva se lo volevano mandare in cielo alla sorellina.

Il palloncino volava verso l'alto, ballonzolava nell'aria, scartava e si impennava veloce, sempre più piccolo, fino a quasi sparire nel cielo, verso la "sorellina".

Adesso io e mia sorella siamo quasi anziani. Fiorenza è la preservatrice delle memorie famigliari e ha mantenuto viva, anche dopo che mamma e papà sono mancati, questa tenera tradizione. Passano gli anni ma ad ogni festa della Madonna di Montallegro compra un palloncino e lo lascia volare via verso la piccola Olga.

Così il ricordo di mamma e della piccola Olga, che ha vissuto solo qualche minuto, continua e non si spegne.

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