martedì 3 ottobre 2023

Appunti notturni, qui e là autocensurati.

Il grillo del giardino canta e mi infastidisce, il sonno è andato e sento un senso di caldo strano, temo sarà una notte pesante, lunga e bianca. Aspetto che le benzodiazepine facciano il loro dovere, sono agitato, forse si approssima la Luna piena.

Non mi fossi perduto alla fine dei Settanta, anche se le origini dei miei problemi psicologici risalgono a molto anni prima, ora ne sono abbastanza sicuro, cosa avrei potuto fare e quanto sarebbe stata migliore la mia esistenza? Dignitosa, non squallida e ridicola come quella che ho vissuto. Ho una nuova ipotesi sulle cause prime del disastro ed è credibile, da essa si possono trarre molte spiegazioni. Come posso, però, accusare persone morte da decenni per il loro comportamento durante la mia infanzia? Non possono spiegare, chiarire, giustificare e io, durante l’adolescenza e la giovinezza, avrei potuto trovare la forza, l’energia e la volontà, per reagire, per riassestare la mia rotta. Una rotta che, era già evidente, si dirigeva verso delle secche e verso un naufragio indecoroso. Ora sono qui, mi resta poco tempo ed è quasi inutile rimestare nella melma del fallimento.

È tutto molto triste ma ancora non mi sento libero, pur vivendo da solo da tre anni, di agire. Cosa posso fare? Che progettualità, a così breve termine ormai, posso sviluppare. Per tutti i miei anni mi sono impegnato solo in cose inutili e ora cosa dovrei volere?

[...]

Sono le due di notte, termino qui.


Una domenica strana, parte del pomeriggio passato a chattare con una puttana dominicana che, come direbbe Lucio Dalla, “non ragionava male”. A parte questo, sempre di puttana, meglio di puta, si trattava.

Già l’anno scorso pubblicai un post Fb dedicato al Massacro del prezzemolo degli haitiani emigrati in Dominicana, la foto a corredo non fu oscurata. Forse il sacro algoritmo era distratto.

Vociare aggressivo in strada, il tasso alcolico della domenica sera è ancora alto.

Interessante, sempre più interessante, il romanzo di Maria Grazia Calandrone e forse è questo il motivo per cui non ha vinto il Premio Strega ‘23.


Serata contraddittoria, passata a leggere il romanzo Dove non mi hai portato di Maria Grazia Calandrone. Un romanzo vero, una biografia della madre dell’autrice, non so dire quanto romanzata [...]


Ho fatto più tardi del solito nonostante la serata molto più insulsa del solito.

Che desolazione, che tristezza, che disillusione: truffe telefoniche quotidiane, improbabili ma pericolose per le persone anziane, su certi social scalcinati continue richieste di denaro di donne in ambasce economiche, sono tutte regolarmente alla fame [...]

***

Durante l'Estate appena trascorsa ho evitato la consueta retrospettiva di Spiaggiarelli, ne ho guardato uno solo e già tardo. Penso che Colpo di sole (Guerrini, 1968) sia il più triste film di questo genere, già le musiche dei titoli accorano, non c'è l'allegria posticcia delle pellicole precedenti - Che ne so? Frenesia d'Estate, Vacanze a Ischia, Ferragosto in bikini e tutti gli altri -, quelle che contribuirono a creare l'immaginario degli anni Sessanta come una festa continua. Nel film recita pure una mal ricordata Mita Medici, versione Catherine Spaak dei poveri, in uno scimmiottamento sintetico de La voglia matta.

Mi sono dilungato inutilmente, quella sopra doveva essere l'introduzione all'appunto vero e proprio. Volevo solo raccontare che si approssima Halloween e da ieri ho iniziato a guardare film "de paura". Uno al giorno e assolutamente vintage, meglio se di serie B. Ieri La casa dei fantasmi, 1958, con il perfido Vincent Price che scioglie nell'acido la moglie fedifraga, le corna quando rodono fanno fare cose strane. In complesso un film abbastanza noioso, di quelli che definisco "digestivi".



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