domenica 15 ottobre 2023

Note domenicali con una chiusa triste.

In pasticceria, quella dove faccio colazione e merenda tutti i giorni, piena come ogni domenica, bevo l'orzo macchiato caldo al banco, osservo nostalgico la bassotta anziana e cieca che aspetta il biscottino, è dolce, i suoi occhi spenti "guardano" nella direzione del suo umano.

Entra nel locale un ragazzo, lo conosco bene, è molto disturbato, cerca un tavolino per fare colazione. Invano. Si rivolge alla madre: è tutto pieno di gente di colore, lo ripete due volte ad alta voce.


Torno verso casa, sono molto abitudinario e il giro è sempre lo stesso. Sono le undici e passo davanti all'uscita laterale della basilica, ormai è diventata quella principale visto che dà in una piazza pedonale ampia e piena di brutte palme posizionate in fila come tanti soldatini. La messa delle dieci è finita, le persone chiacchierano tra loro, si scambiano saluti e convenevoli.

Rifletto e commento tra me e me (anima accidiosa e perduta). Certo la messa delle dieci è ambitissima dalla piccola e media borghesia che, mentre aspetta il ritorno dell'inesistente ascensore sociale, scimmiotta la borghesia vera.


A metà pomeriggio leggo la mail di una persona a cui ho voluto e voglio ancora molto bene, anche se le nostre strade si sono separate da tre decenni.

Mi scrive che è ricoverata all'ospedale, forse ha un cancro e ha paura.

Finirà mai il mio rapporto con la malattia oncologica?

Nessun commento:

Posta un commento