giovedì 18 giugno 2020
Dottor Jekyll e mister Hyde, le avventure di un uomo scisso o, se vi piace di più, variegato (come il gelato).
Apro la finestra
che guarda la siepe delle ortensie.
Sono in ritardo.
Crepitio di
foglie secche, un orbettino dà la caccia a un lombrico.
Che la natura è
matrigna lo ha già detto Giacomo qualche anno fa. Quanto dolore inutile!
*
Carminati: "non
sono il diavolo". Ha ragione, è solo un fascista ormai attempato che si
sopravvaluta.
Calenda, in uno
dei suoi innumerevoli cinguettii quotidiani, sbaglia la terza persona singolare
del verbo dare, toccherebbe farglielo notare. Desisto perché, come tutti quelli che presumono di essere di livello superiore, è molto permaloso
e ha l'insulto, velato, parecchio facile.
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No, Briatore non
lo commento. Se mi occupo di lui, poi devo interessarmi di Lapo e di Fabrizio Corona,
basta un attimo per arrivare a Lele Mora.
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Faccio colazione
in cucina, guardo l'orizzonte dalla finestra che dà verso Nord, cerco di capire
se pioverà. Sul tetto della baracca porta attrezzi del mio vicino un merlo
imbocca il suo pullo già grassottello.
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Ho visto il
video dell'infermiera Farida e non mi sono stupito, le polizie di tutto il
mondo e di tutti i tempi sono così. Il loro mestiere è reprimere le voci fuori
dal coro e difendere l'esistente e lo fanno senza nessuna remora morale, aggiungiamoci
il sottile piacere, anche sessuale, che dà a certi individui poter dominare una donna e il quadro è completo.
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