giovedì 11 agosto 2022

Autolesionismo di un musicofilo anziano.

Ascolto una raccolta di Garage beat italiano degli anni Sessanta - di solito non uso etichette musicali così complicate ma il caldo e il quarto vaccino fiaccano la mia probità -, tra tanta noia, a un certo punto parte un riff di organo conosciuto, ascoltato e riascoltato molto negli ultimi cinquanta anni, il fantasma di Ray Manzarek mi sorride bonario.

È la cover di Light my fire!

Il gruppo si faceva chiamare Gli innominati, magari per far sapere che frequentavano il Classico ed erano di buona famiglia. L'esecuzione è discreta ma il testo in italiano rischia di indurre un infarto fulminante all'incauto musicofilo anziano o, come minimo, di trasformarlo nel fratello incazzato di Linda Blair. Già il titolo è tradotto con un improbabile Prendi un fiammifero, poi il testo dà il colpo di grazia.

Tra noi il fuoco è spento ormai

di questo amore prima o poi

non resterà nient’altro per noi

che cenere e niente di più

Prendi un fiammifero e poi

dai ancora fuoco all’amor

fa che bruci ancora, per te

Succede e non si sa perché

che cerchi altrove ciò che hai

che hai già lì vicino a te

succede ed è successo a noi

Prendi un fiammifero e poi

dai ancora fuoco all’amor

fa che bruci ancora per te

Un po’ di buona volontà

indifferenza passerà

che senso c’è a sciupare così

il tempo che l’amore ci da'

Prendi un fiammifero e poi

dai ancora fuoco all’amor

fa che bruci ancora per te

Dammi fuoco e brucerò

dammi amore e t’amerò

io aspetto sempre che tu

tu mi ami un poco di più

Dammi fuoco e brucerò

dammi amore e t’amerò

io aspetto sempre che tu

tu mi ami un poco di più


FINALINO

Le domande che non avranno mai risposta, i grandi misteri del cosmo.

Perché le canzoni d'amore italiane degli anni Sessanta erano sempre d'amore tormentato o finito?




Nessun commento:

Posta un commento