mercoledì 10 agosto 2022

Minestrone detox? Ma no, ma no...

Scrivo lentamente, questo è il motivo per cui, molto spesso, quello che scrivo mi invecchia in corso d'opera e quasi non mette conto di essere pubblicato. Sarà colpa dell'accidia, la mia amante storica, dell'ipocondria e della pigrizia, che formano un mix micidiale, castrante quanto basta.

Mi accorgo che da Maggio ho appuntato molte cose nei block notes, tante abbandonate per caduta di interesse e altre abortite lì per, come ho detto prima, pigrizia, accidia e depressione.

Trascrivo le note più leggibili, è un minestrone per niente detox. A leggerlo viene in mente il balbettio di un bimbo con problemi.

Sono meditazioni in giardino? O appunti rapsodici? Mah!?!

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Dopo la pioggia di un paio di sere fa la temperatura è più sopportabile, l'abbronzaggio in giardino è gradevole, il calore avvolge e conforta. Sì, dopo tanti anni ritorno a stendermi al sole, chissà se la mia pelle è elastica come un tempo? Sarà stesa ancora sui muscoli rimasti, nonostante la mia pigrizia, tonici?

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Un'amica russa mi chiede di non farle leggere i miei post dedicati alla guerra e a Putin perché non vuole litigare.

"...non voglio perderti...".

Le rispondo che "...il confronto delle idee non comporta il perdersi. Si può parlare, discutere, di politica con persone che non la pensano come noi anche senza litigare. L'unica clausola è non voler convincere l'altro e non fare proselitismo".

Vorrei dirle di più e meglio.

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Quando l'Occidente si scandalizza mi ricorda le ancelle di Ifigonia in Culide o, se preferite un esempio più fine, Louise Villedieu, l'amica di Baudelaire, prostituta da cinque franchi che si scandalizzava e arrossiva davanti ai quadri di nudi esposti al Louvre.

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Ieri, di tutto un quotidiano, ho letto soltanto i due articoli lunghi dedicati all'ultima raccolta poetica di Biancamaria Frabotta e al centenario, passato molto in sordina, di Luciano Bianciardi.

Chissà come mai?

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Visto il vento che tira toccherà rileggere il lungo e approfondito saggio di Bruna Bianchi dedicato al pacifismo al tempo della Grande Guerra o il volume, forse più divulgativo, di Amoreno Martellini su antimilitarismo e nonviolenza nell'Italia del Novecento. Anche lo spoglio dei fascicoli di Dep, la rivista di Ca' Foscari, è fatica ben impiegata.

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Ieri verso mezzanotte mentre aspettavo il sonno: il pianto di un neonato da una casa vicina.

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Per ammazzare il tempo e ammazzarmi con lui e anche, lo ammetto, per riconfermare il mio snobismo musicale, ascolto Fly, il doppio ellepì sperimentale, pieno di suoni torridi, di Yoko Ono. Roba dell'Autunno '71, giusto una cinquantina di anni fa o poco più.

Yoko, in quegli anni, era la strega preferita dei beatlesiani ortodossi, la incolpavano di aver rotto il giocattolo.

Suppongo che all'epoca abbia venduto ventitré o ventiquattro copie in tutto, tra l'altro Fly uscì pochi giorni prima di Imagine, il sopravvalutato e mielosetto disco di John.

Come tutta la musica sperimentale extracolta di quegli anni, i suoni del disco appaiono un po' datati, parecchio naif e molto volenterosi. È un documento storico e straviskijanamente, va bene così.

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Rovistando nell'emeroteca personale. Collaborazioni strane, Barbara Palombelli e Giampiero Mughini quaranta anni fa collaboravano con Mondo operaio. Ora lavorano una per Mediaset e l'altro è un prezzemolino nei salotti televisivi più trash.

Vent'anni fa o giù di lì, Del Debbio scriveva per Ideazione, rivista culturale della destra pensosa, sulla stessa rivista trovavi anche Buttafuoco - fascista acculturato -.




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