mercoledì 10 agosto 2022

Sessantacinque, trentatré: oltre la metà.

Ho compiuto sessantacinque anni qualche mese fa e da trentatré, dal 1989, vivo nel plumbeo mondo della malattia oncologica.

Badate bene ai numeri: sessantacinque, trentatré. Ho passato oltre metà della vita con persone ammalate di cancro. Solo brevi pause da una tragedia all'altra, giusto il tempo per illudermi di essermi rimesso in piedi dopo aver perso la persona cara e la giostra ricominciava.

Qualcuno mi chiede perché vivo come vivo, perché la mia visione della vita è quella che è, perché vivo senza slanci e non coltivo progetti o speranze, immerso in una calma disperazione.

Semplice. Perché ho vissuto la tragedia per tre volte e ogni volta è stata diversa, quindi non c'era nemmeno la possibilità di usare l'esperienza accumulata. L'unica cosa sempre uguale era la frustrazione del non poter fare nulla, il sentirmi inutile.

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