In merito all'articolo nostalgico di Ricky Tognazzi sulle estati degli anni Sessanta. È vero, garantisco perché c'ero, quelli che andavano in vacanza di solito, qui al mare, le facevano durare tre mesi. Quasi sempre il marito, capofamiglia, arrivava durante i fine settimana e poi per le sue ferie, che non erano di novanta giorni. Spuntavano molte corna sulle fronti, soprattutto dei mariti ma anche le mogli rischiavano di portare i segni di qualche, più rara, scappatella di città. Qualche ragazza allegra o qualche servetta del Polesine.
Naturale ed evidente, chi andava in vacanza nei mitici Sessanta non erano tutti, anzi era una minoranza di privilegiati o supposti miracolati, dubito assai che le famiglie dei metalmeccanici potessero permettersi di trascorrere un'Estate sana in Riviera o a Rimini.
Quello che ci frega è il cinema di quell'epoca - ricordate i film spiaggiarelli di Marino Girolami? - che fece passare lo stereotipo di quegli anni come una vacanza continua, in realtà inesistente, anche certe canzoni stupidine - per esempio quelle di Edoardo Vianello - ci misero sopra un bel carico, poi la memoria e la nostalgia, che cambiano sempre in meglio, nel corso del tempo fecero il resto.
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L'articolo di Tognazzi Jr è pubblicato da Lo Specchio, il supplemento de La Stampa. Devo tornare al Domenicale del 24 Ore, è l'inserto culturale più interessante.
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Calenda, generale senza esercito, offre e non chiede l'alleanza al Pd, che uomo dell'ego gigantesco!
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Ribadisco. Ogni volta che sento Conte riferirsi a se stesso e ai suoi accoliti come agli unici e veri progressisti rido di gusto (...e m'incazzo anche un po').
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Questo è solo un parere personale: per Renzi e Calenda il vero avversario da battere è il Pd.
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